Giunta a Sinuessa, la via Appia - diretta verso Capua - piegava ad est per evitare le paludi e diveniva pedemontana. Come tutte le vie consolari, essa presentava numerosissimi monumenti funebri. Nel tratto tra Mondragone e Falciano (GPS: 41 07’48’’N, 13,56’15’’E) è possibile ammirare la Torre del paladino, ormai inglobata in una proprietà privata in via San Paolo, località Ciaurro a Falciano del Massico (CE).
La torre del paladino, detta anche “del ballarino” è un mausoleo a torre risalente al I sec. a.C..
Si presenta come un parallelepipedo, alto otto metri e largo sei, caratterizzato da un nucleo in opus caementicium completamente spogliato dei blocchi di calcare che dovevano rivestirlo. L’ingresso, posto a Nord, è rivolto verso il Monte Massico; a Sud, invece, sul lato rivolto verso la via Appia, è presente una nicchia rettangolare che doveva ospitare l’epigrafe riportante l’età del defunto, in genere scandita in anni, mesi e giorni. La camera sepolcrale, nella quale era posto il sarcofago, è a pianta quadrata e misura circa 3 metri per lato, è coperta da una volta a botte ed è illuminata da feritoie.
Il nome, ovviamente, non è romano ma frutto della fantasia popolare e documenta il passaggio dei cavalieri crociati di ritorno da Gerusalemme. Ad uno di loro, infatti, viene attribuito questo singolare ed interessante monumento funebre.
Sempre legata alla presenza dei cavalieri e alla diffusione delle chanson di gesta in Campania è la leggenda tramandata dal popolo e recuperata dal prof. Michele Russo, che riguarda la torre e la collega a tre depressioni tettoniche, legate all’attività vulcanica del vulcano Roccamonfina, site una in località Ciaurro nei pressi del mausoleo, una in località “la fossa” e una in quello che è divenuto il lago di Falciano.
di Raimonda Rossi
Giunta a Sinuessa, la via Appia - diretta verso Capua - piegava ad est per evitare le paludi e diveniva pedemontana. Come tutte le vie consolari, essa presentava numerosissimi monumenti funebri. Nel tratto tra Mondragone e Falciano (GPS: 41 07’48’’N, 13,56’15’’E) è possibile ammirare la Torre del paladino, ormai inglobata in una proprietà privata in via San Paolo, località Ciaurro a Falciano del Massico (CE).
La torre del paladino, detta anche “del ballarino”, è un mausoleo a torre risalente al I sec. a.C.: si presenta come un parallelepipedo, alto 8 metri e largo 6, caratterizzato da un nucleo in opus caementicium completamente spogliato dei blocchi di calcare che dovevano rivestirlo. L’ingresso, posto a Nord, è rivolto verso il Monte Massico; a Sud, invece, sul lato rivolto verso la via Appia, è presente una nicchia rettangolare che doveva ospitare l’epigrafe riportante l’età del defunto, in genere scandita in anni, mesi e giorni. La camera sepolcrale, nella quale era posto il sarcofago, è a pianta quadrata e misura circa 3 metri per lato; è coperta da una volta a botte ed è illuminata da feritoie.
Il nome, ovviamente, non è romano ma frutto della fantasia popolare e documenta il passaggio dei cavalieri crociati di ritorno da Gerusalemme. Ad uno di loro, infatti, viene attribuito questo singolare ed interessante monumento funebre.
Sempre legata alla presenza dei cavalieri e alla diffusione delle chansons de geste in Campania è la leggenda tramandata dal popolo e recuperata dal prof. Michele Russo, che riguarda la torre e la collega a tre depressioni tettoniche, secondo alcuni legate all’attività vulcanica del vulcano Roccamonfina, site una in località Ciaurro nei pressi del mausoleo, una in località “la fossa” e una in quello che è divenuto il lago di Falciano.
Bibliografia
Ugo Zannini, La via Appia attraverso i secoli, Istituto Geografico Editoriale Italiano, 2002.
CURIOSITA’
LA LEGGENDA DEL PALADINO
di Michele Russo: Profondo conoscitore del territorio Domizio e presidente dell' Archeoclub Mondragonese. E' laureato all'Accademia di belle Arti di Napoli e insegna al Liceo artistico di Cascano.
Era un giorno di festa al palazzo, era nato il figlio del re però…una vecchietta cieca entrò nel palazzo e disse che il bambino sarebbe morto a sedici anni colpito da un fulmine. Il padre, terrorizzato, ordinò che si costruisse una torre in un luogo lontano dove il figlio potesse vivere senza correre pericolo. Il ragazzo cresceva bello e forte e chiedeva sempre di poter uscire e fare una cavalcata tra i monti. Il padre scrutava sempre il cielo finchè un giorno, visto che non c’erano nubi, decise di accontentarlo e cedette alle sue continue richieste. Il principino era felice sul suo splendido cavallo e cavalcava tra i monti godendo della splendida giornata e del cielo terso. Anche il padre era felice ma non smetteva di scrutare l’orizzonte per paura che apparisse qualche nube. All’improvviso, però, il cielo iniziò a coprirsi diventando pian piano sempre più scuro, il ragazzo era spaventato dall’improvviso cambiamento e vedendo che il cielo stava diventando nero avvertì che un grave pericolo incombeva su di lui. Iniziò a cavalcare per tornare alla torre al più presto. Il padre si coprì il viso con le mani, sentiva che la profezia si stava avverando, ed era colpa sua, non doveva permettere al ragazzo di uscire. Intanto iniziavano a cadere le prime gocce di pioggia e il ragazzo correva sempre di più per paura dei fulmini. Per guadagnare terreno fece tre enormi salti con il suo cavallo e la terra cedette come per proteggerlo nel suo ventre.
Il terzo salto gli fu fatale, un fulmine lo colpì proprio vicino alla torre. Perse la vita in quella depressione che ancora oggi è detta “fossa del paladino|palladino|ballerino”.
La grotta di roccia di San Sebastiano è una cavità di origine tettonico-carsica che si apre sulle falde del versante meridionale del Monte Massico, rilievo che delimita il settore settentrionale del cosiddetto “Graben Campano”. Grazie a scavi dell’Università “Sapienza” di Roma, che hanno portato alla luce resti di fauna e manufatti litici in pietra e selce, è stato possibile documentare la frequentazione preistorica delle pendici del Monte Massico.
Nell’Agro falerno, alle pendici sud-orientali del rilievo carbonatico del Monte Massico tra il comune di Mondragone e quello di Carinola sono presenti alcune depressioni sub circolari, oggi asciutte, alcune delle quali completamente mascherate dall’azione antropica Queste depressioni sono riconducibili a sinkhole, ci piace ricordare la Fossa Barbata, la Fossa del Ballerino e il Lago di Falciano.
Giunta a Sinuessa, la via Appia - diretta verso Capua - piegava ad est per evitare le paludi e diveniva pedemontana. Come tutte le vie consolari, essa presentava numerosissimi monumenti funebri. Nel tratto tra Mondragone e Falciano (GPS: 41 07’48’’N, 13,56’15’’E) è possibile ammirare la Torre del paladino, ormai inglobata in una proprietà privata in via San Paolo, località Ciaurro a Falciano del Massico (CE).